L’inganno del Governo del Cambiamento al “popolo sovrano”

Cresce il fronte dei delusi dall’esecutivo giallo-verde. Ormai sono tante le promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute. Le abbiamo analizzate affinché tutti ne abbiano contezza.

TAP – Il gasdotto trans adriatic pipeline chiamato TAP è stato indiscutibilmente l’arma di seduzione dei grillini  in campagna elettorale in Puglia. Ricordiamo ancora Grillo che urlando diceva di schierare l’esercito grillino contro la realizzazione di detta opera e le affermazioni poco tempo dopo di Di Battista che incitava le folle, sostenendo che un futuro governo pentastellato avrebbe bloccato l’opera in 15 giorni. L’opera invece verrà eseguita.

Vittime del Salvabanche – Sono delusi i risparmiatori coinvolti nei crack di Etruria & Co. e delle banche venete. Infatti, nel testo della manovra finanziaria sono previsti piccoli indennizzi nel corso del prossimo triennio, somme incerte provenienti dai conti dormienti.

Evasione Fiscale – La stessa manovra finanziaria che tante polemiche e contrasti ha suscitato con l’UE, alla fine scontenta tutti. Non esiste un piano che contrasti realmente l’evasione fiscale, più che un tesoretto è un vero e proprio tesoro sottratto allo Stato. Sfiora i 108 miliardi di euro l’anno il totale dell’evasione fiscale in Italia. Alle casse dello Stato vengono sottratti ogni 12 mesi, in media, 97 miliardi di tasse e quasi 11 miliardi di contributi previdenziali per un totale di 107 miliardi e 701 milioni.

Flat Tax – l’implementazione graduale rischia di trasformarsi in un flop, mentre, per funzionare, il taglio delle tasse deve essere massiccio e fatto in un colpo solo. Ma questo Tria e Salvini lo sanno.

IMU e Addizionali IRPEF – Il Governo non rinnova il blocco degli aumenti delle imposte locali, dalle addizionali irpef all’Imu sulle seconde case, ‘congelate’ dal 2016 e così dal 2019 ci saranno “inevitabilmente più tasse locali”.

Aumento delle Sigarette – Questo lo facevano 40 anni fa anche i governi della prima repubblica, altro che governo del cambiamento.

Condono Ischia – è una posizione talmente irresponsabile che non potranno fare nulla. Il governo propone di sanare tutto senza alcuna distinzione, senza un collegamento con il rischio idrogeologico, quindi la gente può morire se ha la casa sopra una faglia sismica. È una truffa politica ai danni dei cittadini, un’ipotesi che nulla produrrà, perché quando si dovranno rilasciare i permessi a costruire, senza certezze idrogeologiche e sismiche nessuno li concederà. Per Ischia a quel punto non si farà il risanamento, no si farà la ricostruzione e neanche saranno versati contributi alloggiativi;

Pace Fiscale – Due interrogativi si pongono, immediatamente, di fronte alle nuove misure condonistiche introdotte dal Dl 119/2018. Il primo riguarda la tenuta di una credibilità, anche minima, del sistema tributario italiano, una volta che tutta l’operazione condoni (perché di questo si tratta) 2019 sarà terminata. Inutile dire che se la credibilità del sistema fiscale risultava già piuttosto bassa, le nuove sanatorie, in mancanza di un vero riordino del sistema fiscale (nemmeno accennato – per la verità – dalle nuove misure come, almeno, giustificazione delle stesse), l’affossano completamente. Con un’ipoteca che peserà davvero come un macigno sulle future entrate tributarie. Il secondo interrogativo riguarda il vero volto delle stesse misure definitorie. La “storia” insegna che il vero volto dei condoni non lo si ha mai con le misure di “entrata”, ma soltanto alla fine dell’iter legislativo delle stesse. Iter legislativo che, in questo caso, non si avrà con la conversione in legge del decreto legge n. 119/2018, ma, c’è da scommetterci, con la legge di Bilancio 2019, la quale andrà senz’altro a modificare – a sua volta – le disposizioni della legge che convertirà il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Decreto Sicurezza – I dubbi e le perplessità sull’incostituzionalità del provvedimento in materia migranti, asilo, cittadinanza permangono. Dubbi anche sul ricorso allo strumento del decreto legge, considerato che non si ravvede la fondatezza dell’urgenza (al decreto legge si ricorre nei casi di urgenza), che si traduce nella riduzione del ruolo del Parlamento.

Decreto Dignità – Il provvedimento fino ad ora è disastroso. A settembre si è registrato un calo, rispetto allo stesso periodo del 2017, sia dei nuovi contratti a tempo determinato, sia delle assunzioni a termine, sia degli assunti con un contratto di somministrazione (oltre 45 mila posti di lavoro persi). Sul fronte delle trasformazioni da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato è già evidente che l’obiettivo di una trasformazione di massa dei contratti non ci sarà.

Decreto Genova e i Fanghi Reflui – Lascia francamente perplessi la decisione nel Governo di inserire nel dl Genova una norma che consente l’aumento di almeno 10 volte della quantità di idrocarburi di fanghi reflui spandibili in agricoltura. Le perplessità non derivano solo dall’estraneità di questa materia con la tragedia del Ponte Morandi, ma anche dal fatto che la decretazione d’urgenza soggiace a precisi requisiti costituzionali che, per evitare abusi, la consentono solo per ‘situazioni di necessità ed urgenza che non sia possibile affrontare con un intervento parlamentare ordinario. Nel caso dei fanghi ci si chiede infatti quale sia l’urgenza ‘indifferibile di aumentare la concentrazione degli inquinanti.